“La Regione Calabria negli ultimi anni ha fissato dei tetti di spesa per le strutture sanitarie ambulatoriali private accreditate in maniera sbagliata e, quello che è ancora peggio, in modo illegittimo. Lo ha stabilito il Tar, il Tribunale amministrativo regionale calabrese, che ha annullato i decreti per il 2014 e per il 2015 dei commissari alla sanità. “Questo significa – dice Francesco Bilotta, in rappresentanza delle associazioni di categoria Anisap, Asa, FederLab e Sbv – che ai cittadini calabresi è stata negata la possibilità di scegliere liberamente il laboratorio presso cui fare le analisi diagnostiche. A nulla sono valse le continue impugnazioni dei decreti da parte nostra e le infinite discussioni per condurre la Regione ad operare una distribuzione equa del budget. Alla fine è dovuto intervenire il giudice per riportare negli ambiti della liceità la situazione.
Si pensi – continua Bilotta – che per il 2014 è intervenuta addirittura l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, a contestare il criterio di ripartizione adottato dalla Regione per distribuire le risorse economiche”. Quello che le associazioni di categoria delle strutture sanitarie private accreditate contestano da anni all’ente regionale è la distribuzione basata sul criterio “storico”, cioè una partizione che si basa su situazione originarie che non tengono conto degli sviluppi tecnologici e strutturali, né su un aumento di numero di biologi che una struttura che, negli anni, assume, “ma, soprattutto – continua Bilotta – non tiene conto dell’indicazione dei cittadini che, scegliendo una struttura piuttosto che un’altra, ne riconoscono capacità ed affidabilità, e questo dovrebbe essere uno dei punti cardine nella distribuzione dei budget da parte della Regione. Ma questo non è mai accaduto e continua a non accadere. Al contrario, si operano tagli indiscriminati che nuocciono gravemente a chi investe in tecnologia e in risorse umane altamente professionali”.
“Il TAR – dice ancora Bilotta – pochi giorni fa, ha annullato pure l’altra idea de Dirigente generale del Dipartimento Sanità della Regione Calabria, Riccardo Fatarella, e adottato dai commissari Scura e Urbani, con cui si imponeva ai privati, oltre al limite di spesa annuale, anche un ulteriore limite mensile alle prestazioni erogabili alla popolazione, con conseguente ulteriore disagio per i calabresi che necessitano di assistenza. Il Tribunale amministrativo regionale lo ha ritenuto ingiustificato, illogico ed irragionevole, oltre che comprimente la libertà di iniziativa del privato. Ciononostante i Commissari ignorano l’ordinanza del TAR e mantengono in vita la norma illegittima. Tutti questi atti, oltre a quella dei due Commissari, portano la firma e l’approvazione del Dipartimento Regionale alla salute e del DG Fatarella. Sordi ad ogni suggerimento, proposta di accordo o mediazione, i Commissari manifestano fastidio alle proposte degli specialisti privati e procedono a capo chino all’emanazione di atti che puntualmente vengono dichiarati illegittimi e lesivi dei diritti degli operatori e della popolazione. Eppure si tratta, forse, del più importante settore della sanità regionale, perché sono proprio le prestazioni specialistiche che permettono di attuare la cura principale del Servizio Sanitario regionale: la prevenzione. L’unico argomento caro alla politica ed ai Commissari è quello dei posti letto, dei ricoveri, dei campanilismi. Questi sono i temi più sensibili per la popolazione, che poco ne sa di cosa sia la gestione della sanità. La politica si guarda bene dal far capire davvero quali siano le criticità da affrontare, limitandosi a discutere e scontrarsi su quegli argomenti che attirano l’attenzione dei media ma non di certo contribuiscono ad una corretta programmazione. Della prevenzione e dei problemi davvero strategici della sanità calabrese – continua Bilotta – interessa ben poco a costoro. I laboratori e gli altri specialisti sono solo meritevoli di tagli indiscriminati, di spartizioni di risorse inique, di finta programmazione non rispettata, di provvedimenti che mirano a farli chiudere al più presto in favore del modello ospedale/clinica-centrico, in barba ad ogni buon senso, salvo le sentenze della giustizia ammnistrativa che stanno ripetutamente azzerando gli assurdi ed illegittimi provvedimenti di Scura e Urbani sulla materia dove, incredibilmente, trovano anche il pieno appoggio del Dipartimento Regionale alla salute. Ormai non ci si augura nulla di buono, nessun buon auspicio o fiducia abbiamo nei confronti delle autorità regionali. Il destino della prevenzione dei problemi alla salute dei calabresi è esclusivamente in mano alla giustizia. Per fortuna, infatti, c’è un giudice a Berlino”.
Le Associazioni di Categoria dei laboratori e degli specialisti ambulatoriali privati accreditati della Calabria:
ANISAP – ASA – FEDERLAB – SBV