Anisap e Federlab: “Il Tar ha riconosciuto che lo spostamento di risorse attuato dal commissario Scura ha provocato un danno di 23 milioni di euro ai laboratori di analisi”
CATANZARO. Resta confermato lo stato di agitazione della sanità privata accreditata in Calabria e la contemporanea richiesta di rimozione del commissario Massimo Scura, ma l’attività dei laboratori riprende, sia pur temporaneamente, “per ridurre – viene sottolineato in una nota congiunta di Edoardo Macino, presidente di Anisap Calabria e Alessio Bauleo, vicepresidente nazionale di Federlab Italia – i disagi dei cittadini che in questo mese di sospensione sono stati costretti a pagare di tasca propria prestazioni sanitarie di cui pure avevano diritto, a causa della insufficienza se non addirittura della mancanza di servizi offerti dalle strutture pubbliche”. Attenzione, però, perché questa decisione, come sottolineano ancora Bauleo e Macino, potrebbe avere, paradossalmente, gravi ricadute sulle
singole aziende costrette ad operare in situazioni di forte rischio (proprio per questo ciascuna struttura valuterà singolarmente se e quanto sopportare l’esercizio di una tale attività, per evitare danni, che se non riparati in tempi ragionevoli, potrebbero determinare anche la chiusura) con la possibilità di dover licenziare parte del personale se non si porrà mano alla corretta riallocazione delle risorse economiche”.
La decisione di riprendere le attività dei laboratori è stata decisa nel corso dell’assemblea delle strutture aderenti ad Anisap e Federlab, alla luce dell’ordinanza del 29 giugno scorso con la quale, sottolineano Bauleo e Macino illustrando l’iter della giustizia amministrativa agli associati “il Tar di Catanzaro ha riconosciuto come lo spostamento delle prestazioni sanitarie attuato dal commissario Scura da un setting assistenziale (case di cura) ad un altro (ambulatorialità), senza il contemporaneo spostamento delle corrispondenti risorse economiche, abbia provocato un danno di 23 milioni di euro ai laboratori di analisi”. Non a caso, aggiungono Bauleo e Macino “il Tar stesso ha anche chiesto al commissario di fornire, entro trenta giorni, una dettagliata relazione (di cui non esiste traccia presso il dipartimento alla Salute della Regione Calabria) con la quale documentare l’istruttoria eseguita in termini costi-benefici”. “Lo stesso commissario Scura – rincarano la dose i rappresentanti di Anisap e Federlab – è stato anche chiamato a chiarire come questa operazione abbia effettivamente tutelato i livelli essenziali di assistenza (LEA) e il soddisfacimento dell’utenza quando invece sono sotto gli occhi di tutti i disagi patiti dai cittadini e le lunghe liste di attesa che sono stati costretti a sobbarcarsi”. Sul banco degli imputati finiscono anche i contratti (rapporti giuridici), giudicati “vessatori” dai privati, che eventualmente saranno firmati in questa fase. Contratti, precisano Bauleo e Macino, “che dovranno giocoforza recepire gli effetti di un eventuale accoglimento del merito del ricorso presentato da Federlab e Anisap e che, nel caso di esito positivo (l’udienza al Tar è prevista per il prossimo 25 settembre), potrebbero anche diventare carta straccia salvaguardando, così, i diritti delle strutture private accreditate”. Proprio alla luce di tali considerazioni, “e fortemente fiduciosi nella giustizia e nel riconoscimento di quelle risorse ingiustamente sottratte e che sono invece essenziali per salvaguardare i livelli essenziali di assistenza, è stato deciso di riprendere temporaneamente l’attività fino alla sentenza del merito. Restiamo in stato di agitazione. Seguiremo e valuteremo quanto il governo centrale deciderà in merito alla rimozione di Scura e alla specifica vicenda che colpisce in modo drammatico un settore essenziale per garantire la prevenzione ai cittadini” concludono Bauleo e Macino.