Stop per un anno al rappresentante legale e al direttore del laboratorio. Commessa da 10 milioni della Regione per 3000 esami al giorno
Firenze, 11 settembre 2020 – I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure interdittive per la durata di 12 mesi, nei confronti del rappresentante e di un direttore di laboratorio di analisi cliniche di una società attiva nel settore della diagnostica da esami clinici con sedi operative sul territorio toscano. Il provvedimento è stato firmato da Angelo Antonio Pezzuti, giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze.
Secondo quanto appreso, il laboratorio finito al centro degli accertamenti disposti di guardia di finanza e procura fiorentina, è quello della società Synlab.
Nei confronti del rappresentante legale, l’interdizione opera sulla possibilità di concludere contratti con la pubblica amministrazione mentre il direttore di laboratorio è stato interdetto dall’esercizio della sua specific attività.
L’ipotesi di reato è frode nelle pubbliche forniture ex art. 356 c.p. e il provvedimento giudiziario fa seguito a indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza fiorentina, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del sostituto procuratore Antonino Nastasi della procura della Repubblica di Firenze, diretta da Giuseppe Creazzo.
Le indagini, iniziate in pieno periodo di lockdown per l’emergenza sanitaria, hanno portato a rilevare che il laboratorio della società affidataria delle aziende sanitarie della Regione Toscana del servizio di analisi per la diagnosi del virus Covid-19 a seguito di tampone, avrebbe proceduto al servizio difformemente da quanto stabilito in sede negoziale. I contratti stipulati a seguito delle procedure negoziali prevedevano l’effettuazione, tra l’aprile e il luglio scorsi, sino a un massimo di circa 3.000 tamponi al giorno, per un valore complessivo dell’affidamento di circa 10 milioni di euro.
In particolare, in difformità dei contratti stipulati con le aziende sanitarie, il laboratorio avrebbe utilizzato in parte un componente del kit diagnostico non previsto contrattualmente ed ad uso di ricerca.
Le indagini delle fiamme gialle fiorentine sono state condotte con la collaborazione di alcuni dirigenti della Regione Toscana e la consulenza di personale medico dell’istituto superiore di sanità e dell’istituto mazionale di malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.