Analisi e accertamenti a pagamento sino a fine anno.
Ieri faccia a faccia tra i tecnici per trovare una soluzione
Un primo incontro interlocutorio c’è stato ieri. Gli uni di fronte agli altri, i tecnici di Regione e strutture private convenzionate si sono confrontati per gettare le basi per una nuova programmazione, in modo tale da non determinare lo stop alle prestazioni convenzionate. Anche se, in questo senso, il senatore Vincenzo D’Anna, presidente di FederLab (l’associazione che conta oltre 2mila laboratori di analisi cliniche e centri poliambulatori) è piuttosto scettico. «Se sul tavolo delle trattative non viene aumentato il budget – spiega – allora parliamo di aria fritta, perché i tetti sono insufficienti. E questo lo sanno tutti».
Dunque la coperta è corta e qualsiasi arzigogolo non servirà a risolvere il problema. «Serve una stanziamento che sia compatibile con il fabbisogno di prestazione» conferma D’Anna. In caso contrario si è di nuovo punto e daccapo, con gli stessi problemi che si riproporranno ogni anno. «Bisogna chiedersi – evidenzia il presidente di Federlab – quale sia realmente la quantità di prestazioni occorrente per garantire i livelli d’assistenza». Invece questo puntualmente non accade, nonostante nel 2013 i laboratori si siano “tagliate” le tariffe del 35 per cento. «L’ultima programmazione è stata fatta nel 2001» rimarca D’Anna. Da allora si è navigato a vista anche perché, sostiene ,«si permettono gli sprechi nel pubblico e, poi, si tenta di recuperare le risorse nel privato».
Fatto sta che, come una mannaia, anche in questa fine d’anno i cittadini campani si vedranno costretti a pagare, di tasca propria analisi cliniche e altre prestazioni nelle strutture private. Nel territorio dell’Asl di Salerno sono già a pagamento da agosto le indagini ad alto costo, relative ad accertamenti genetici e ad alcuni marker tumorali. Un barlume di speranza potrebbe derivare da un ricalcolo da parte dell’Asl, che allunghi di qualche giorno lo stop per le altre branche, e da un’assegnazione di nuove risorse che ora, però, appare molto improbabile. I conteggi del primo trimestre lasciano poche aspettative, tant’è che il calendario dei “tagli” prevede che dall’8 settembre siano a pagamento gli esami cardiologici. Il 14 settembre toccherà alla medicina nucleare e, poi, sarà la volta della radiologia, per la quale l’ultimo giorno di regime convenzionato è previsto il 6 ottobre. Seguiranno diabetologia (21 ottobre), analisi di sangue e urine (2 novembre) e infine le visite ambulatoriali ( 14 novembre). Già esaurita la cifra per la radioterapia (l’azienda sanitaria ha calcolato che a fine marzo era già stato speso il 49 per cento del budget annuale), ma trattandosi di terapie salvavita, in questo caso le strutture private sono solite continuare a fornirle senza richiederne il pagamento integrale.
Il rapporto tra richieste e tetti di spesa risulta impietoso per tutte le branche: nel primo trimestre si è già impegnato il 33 per cento dei 18 milioni stanziati per le analisi cliniche, il 42 per cento dei 5 milioni di cardiologia, il 34 dei 940mila euro destinati a diabetologia, il 36 dei quasi 21 milioni assegnati alla radiologia e il 40 per cento dei 2 milioni e 335mila di budget 2017 della medicina nucleare.
Gaetano de Stefano
CITTA DI SALERNO
Edizione del 03/09/2017 Estratto da pag. 9