L’ipotesi: prestazioni effettuate durante lo stop e poi messe all’incasso
Nel mirino il periodo successivo al ripristino delle convenzioni
«Ben vengano i controlli, siamo noi a chiederli, ma vogliamo sapere soprattutto come si determina lo sforamento». A chiederlo, all’indomani del doppio vertice in Regione convocato dal governatore Vincenzo De Luca, prima solo con L’Asl di Salerno e poi con tutti i manager delle aziende sanitarie della Campania, per discutere dei limiti dei tetti di spesa con la sanità privata convenzionata, dal quale è emerso la ripresa dell’accreditamento per le analisi del sangue e delle urine, nonché l’attivazione di una serie di controlli a tappeto da parte della guardia di finanzia nelle strutture accreditate dove già si segnalano diversi casi di aggravi di spesa fuori della norma, è il presidente nazionale della Federlab, il nocerino Gennaro Lamberti.
GLI INTERROGATIVI
Nel corso del tavolo interministeriale del 18 luglio scorso, tra i ministeri dell’Economia e della Salute e gli organi regionali, convocato per discutere sul piano di rientro portato avanti dalla Palazzo Santa Lucia, tra i punti oggetto di attenzione c’è stato il presunto sforamento di 128 milioni imputati alla sanità privata. «Siamo rimasti basiti da questa situazione, perché nel momento in cui le prestazioni finiscono veniamo bloccati e non possiamo sforare – spiega Lamberti – Chiediamo di capire come siano stati determinati gli importi nel bilancio regionale. Al di là dei controlli da fare in ogni singola struttura, la cosa fondamentale è che il protocollo con la guardia di finanzia è stato stipulato proprio per andare incontro alle sottolineature del tavolo tecnico, perché 128 milioni non sono pochi e negli anni è stato rilevato un costante sforamento». Tra le situazioni oggetto di attenzione da parte della guardia di finanza potrebbero finire anomali flussi di impegnative presentate agli inizi del mese di gennaio, quando di solito riprende l’accreditamento con le strutture convenzionate. Può capitare che alcuni centri, pur essendo giunto l’alt alle convenzioni, forniscano ugualmente le prestazioni, presentando poi le ricette con l’inizio del nuovo anno, aggirando così il limite del tetto di spesa. Altro aspetto, poi, è la verifica della capacità operativa massima di ogni struttura, che è determinata dalla quantità di personale che ha, dagli spazi e dalle attrezzature di cui dispone e quindi non può fornire una quantità di prestazione superiore agli indici richiesti in una giornata lavorativa.
LA RICHIESTA
«Immagino che questo sia uno degli aspetti fondamentali su cui andare a incidere nella valutazione – continua Lamberti – Al di là dei controlli della guardia di finanza, queste verifiche potrebbe farle anche l’Asl, che ha funzione ispettiva. E’ una cosa semplice da fare. Chiunque faccia i controlli, per noi non è un problema. Vogliamo sapere esattamente, però, quanti sono i fondi disponibili e quante sono le prestazioni che la Regione intende acquistare dai privati». Resta ancora aperta, infatti, tutta la partita relativa alla definizione del fabbisogno di prestazioni di cui necessita il sistema sanitario regionale e quale sia il budget assegnato a copertura per l’acquisto di tali prestazioni. Sono ormai diversi anni, infatti, che i 18 milioni di euro previsti per le analisi cliniche, solo per fare un esempio, vengono puntualmente esauriti sempre più in fretta, passando dal 6 dicembre del 2016, al 20 novembre del 2017, al 30 luglio, addirittura, di quest’anno. Circostanza, questa, favorita anche dall’apertura di 2 importanti centri spoke anche per l’area napoletana nell’agro nocerino, che assorbono gran parte del fondo, ma che induce sicuramente a qualche verifica sul volume, in relazione anche alla tempistica, delle prestazioni offerte. «Se De Luca ha stanziato dei fondi vuoi dire che conosce bene quale sia il fabbisogno necessario – conclude Lamberti – Questi dati, però, noi non li abbiamo. Ho l’impressione che voglia chiudere l’annualità senza dare disagi agli utenti. E questo è meritorio. Abbiamo la necessità, però, di fare le valutazioni con cognizione di causa. Se c’è qualcuno che le ha fatte e non poteva farle ha utilizzato anche i fondi degli averne diritto e in un mercato non regolato sono stati penalizzati dalla mancanza di controlli».