Pubblichiamo la sentenza del Consiglio di Stato, Terza Sezione Giurisdizionale, relatore Giovanni Pescatore, n. 4517/2018, con cui è stato confermato l’annullamento del piano di riassetto della rete dei laboratori della Basilicata.
Va, preliminarmente, chiarito che la sentenza non ha alcuna efficacia sul Piano di riassetto della rete dei laboratori in Campania.
L’impianto del DCA 109/2013, peraltro, è stato definitivamente confermato proprio dal Consiglio di Stato, ancorché in composizione diversa, con sentenza n. 3060/2018. Posta tale doverosa premessa, la sentenza n. 4517/2018, pur discostandosi in parte dalla precedente pronuncia n. 3060/2018, non afferma che il sistema della rete contratto è legittimo (non ne parla affatto) e conferma che il rispetto della soglia minima di efficienza è un requisito per l’accreditamento imposto dalla legge. Si sofferma, tuttavia, sul fatto che l’individuazione della soglia minima di efficienza in 200.000 prestazioni previsto dall’accordo Stato-regioni 23 marzo 2011, poiché disposta in assenza di un’adeguata istruttoria volta a confermare tale quantificazione rispetto alle peculiarità della regione Basilicata, è illegittima. Afferma, in altri termini, che la Regione avrebbe potuto pervenire alla quantificazione della soglia minima di efficienza in 200.000 esami non limitandosi a richiamare l’accordo Stato-Regioni ma solo all’esito di una specifica istruttoria che tenesse conto dei costi di gestione dei laboratori della Basilicata. In Campania, premesso che tale quantificazione non può più essere contestata in giudizio e che quando ciò è avvenuto lo stesso Consiglio di Stato ha confermato la legittimità del DCA 109/2013 e dei successivi decreti di modifica, se anche si dovesse arrivare a una riparametrazione della soglia minima di efficienza, il risultato sarebbe certamente più alto di 200.000 prestazioni poiché i requisiti organizzativi richiesti dalla disciplina regionale sono sensibilmente più gravosi che altrove..