Primo confronto tra il Ministro e i medici sul Decreto previsto dal Dl Enti locali per limitare le prescrizioni inappropriate. Rispetto alla prima bozza le prestazioni salgono a 180 a 208. E riguardano l’odontoiatria, la radiologia, prestazioni di laboratorio, genetica. Venerdì le controproposte dei sindacati. L‘ELENCO DELLE PRESTAZIONI A RISCHIO, ELENCO ODONTOIATRICHE, IL PARERE DEL CSS
22 SET – Presentato oggi dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ai sindacati medici l’ultima versione del decreto sulle prestazioni inappropriate. Le misure che saranno soggette a condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva salgono da 180 a 208 e riguardano tra l’altro odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio e non solo. L’incontro è stato di natura tecnica e il Ministero ha presentato ai camici bianchi una lista di prestazioni sotto la lente con annesso il parere del Consiglio superiore di sanità.
Ma i medici non ci stanno e criticano sia le sanzioni (che ricordiamo sono previste dal Dl Enti locali) sia una limitazione della libertà di agire in scienza e coscienza. Entro venerdì le contro proposte dei camici bianchi. Per l’approvazione definitiva si dovrà attendere la conferenza Stato-Regioni.
“Entro venerdì faremo le nostre osservazioni – ha detto Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil Medici –. Nel provvedimento ci sono alcuni piccoli cambiamenti e sono state sollevate criticità sul fatto che le prestazioni sono un po’ vecchie perché sono state riferite al 1996. In ogni caso il Ministro ha annunciato che entro l’anno si rifaranno i Lea e che si tenteranno di omogeneizzare le misure per l’applicazione del decreto nelle regioni”. E poi c’è il nodo sanzioni sui cui i camici bianchi sono contrari. “Questa era una riunione tecnica – ha detto Cozza – ma abbiamo ribadito la nostra contrarietà al meccanismo delle sanzioni ai medici perché si rischia di rompere il rapporto con il cittadino, il Ministro Lorenzin ci ha detto che le sanzioni sono previste dalla legge. Ma in ogni caso, il fatto che il medico debba giustificare la prestazione rischia di non portare ad un risultato di qualità sulla salute. No al medico computer”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il vicesegretario della Fimmg, Silvestro Scotti. “Noi siamo assolutamente critici. E questo provvedimento rientra nella protesta che stiamo preparando all’interno della mobilitazione indetta dalla Fnomceo. Così si riduce il ruolo del medico”. “I colleghi del Css – prosegue Scotti – che hanno prodotto un parere scritto sul testo si assumeranno la responsabilità rispetto al mondo scientifico delle scelte di erogabilità e appropriatezza che hanno validato. E ribadiamo che noi siamo contrari che questo provvedimento sia collegato a sanzioni patrimoniali per i medici”.
“A questo punto – conclude Scotti – amplieremo la nostra mobilitazione che già si sta realizzando. Ci saranno gli stati generali già annunciati dalla Fnomceo e alzeremo i toni sulla perdita del ruolo medico legata al fatto che i medici debbano prescrivere come fossero delinquenti. Il medico si comporta normalmente in maniere appropriata”.
“Siamo all’inizio di un percorso e apprezziamo l’iniziativa – ha affermato il segretario dei radiologi Snr,Corrado Bibbolino – ma le sanzioni non ci stanno bene, anche se i medici radiologi esprimono un parere fortemente positivo sulla iniziativa del Ministro. Si tratta, pur con tutte le modifiche necessarie sulle sanzioni, di un primo passo importante che consente di mettere il tema della appropriatezza, ed in particolare di quella prescrittiva, al centro di un tavolo fatto di soluzioni pratiche e non solo di discussioni filosofiche. Come negli altri paesi dell’occidente per ogni prestazione prevista dal nomenclatore c’è necessità di formulare annotazioni simili che possano essere di aiuto per migliorare il rapporto fra medici e pazienti. Appare però necessario a fronte di questi provvedimenti risolvere rapidamente la questione della responsabilità professionale”.
“E’ condivisibile – afferma Alessandra Di Tullio, Coordinatore Nazionale FASSID – stabilire le condizioni di derogabilità (in un sistema a risorse limitate) più difficile approvare le indicazioni di appropriatezza prescrittiva che limitano effettivamente l’autonomia professionale: pur considerando di buon senso alcune prescrizioni non si comprende come si sia reso necessario ricorrere ad un decreto impositivo che preveda delle penalizzazioni in caso di mancata applicazione: è questo che sconcerta la categoria particolarmente se si considerano altri aspetti lesivi della professione quali l’introduzione surrettizia del comma 566”.
“Se la premessa è sbagliata, le conclusioni non possono che essere sbagliate – sottolinea Mirella Tirozzidello Smi – . La lotta all’inappropriatezza deve avere come obiettivo la fonte principale di sprechi, che è la disorganizzazione dei servizi, causa di ricoveri ed esami inutili. Non ci sottrarremo a fare delle osservazioni al documento consegnato dal ministro Lorenzin oggi, ma la nostra richiesta sarà chiara: no alla black list sulle prestazioni, così come sui farmaci, scelte come questa producono conflitti con i pazienti, creano confusione, possibili abusi interpretativi da parte delle aziende sanitarie e delle regioni, quindi un forte contenzioso amministrativo e, spesso giudiziario. I medici devono poter continuare a poter fare il proprio lavoro, liberamente. Senza ricatti, senza essere sotto la minaccia di una ritorsione economica. Al Governo, invece, spetta l’onere di definire l’erogabilità delle prestazioni, deve avere il coraggio di dire la verità, di dire ai cittadini che da domani dovranno pagare ciò che fino ad ora hanno avuto gratuitamente. Così, invece, è un modo ‘ipocrita’ e dissimulato di tagliare servizi”.
“Sulle prestazioni c’è stato un vero passo avanti del Ministero – ha commentato il Segretario Nazionale SIMET Mauro Mazzoni all’uscita dell’incontro di oggi sindacati-Ministro Lorenzin sull’appropriatezza delle prescrizioni – Una questione non semplice da gestire però, perché si rischia che il DM venga frantumato dallo Stato Regioni e applicato in maniera non omogenea in tutta Italia. Bisogna sapere come sarà gestito il sistema sanzionatorio, che non può essere oggetto di mille interpretazioni”.
Fonte: Quotidiano Sanità